Afro. Dagli anni della “Galleria della Cometa” al Dopoguerra

a cura di Giuseppe Appella

Afro dagli anni della Galleria della Cometa al dopoguerra è un progetto espositivo curato da
Giuseppe Appella articolato in due mostre: da Fabrizio Russo quarantaquattro opere su carta
realizzate tra il 1936, data di una bellissima veduta di Piazza Navona, ed il 1948; da Francesca
Antonacci sedici importanti dipinti.
Le rassegne indagano un capitolo della vicenda artistica di Afro poco noto al grande pubblico: la
sua pittura figurativa dalla metà degli anni Trenta alla fine degli anni Quaranta. L’Afro che si vedrà
in esposizione è uno smagliante talento osservato nella fase preparatoria di quella che, dal 1950,
diverrà la sua inconfondibile cifra di riconoscimento, nella quale l’orientamento al nuovo non
implica un rifiuto della tradizione precedente. Un artista giovane, tra i venti e i trent’anni, eppure
perfettamente maturo e nel pieno possesso della scintillante sicurezza che, senza flessioni, lo
accompagnerà sino alla fine dell’esistenza. Sullo sfondo, il fervido contesto culturale nel quale i
fratelli Afro, Mirko e Dino Basaldella hanno la fortuna di essere accolti al momento del
trasferimento a Roma da Udine. La cronologia delle opere in esposizione offre infatti lo spunto per
raccontare un ambiente di incomparabile glamour, quello che ruota attorno alla Galleria della
Cometa e al salotto di Anna Laetitia Pecci Blunt.
Scrive Giuseppe Appella nel saggio in catalogo: “Non c’è immagine che Afro abbia dipinto senza
prima averla verificata su carta”. Nel decennio preso in considerazione dalla mostra, Afro appare
impegnato a prender nota della varietà delle correnti che si muovono in Italia e in Europa, ad
innestare le novità provenienti da Parigi sulla perfetta padronanza delle “conquiste della
Rinascenza veneta”, “assimilando gli opposti in unità di stile” (G. Appella).

Afro. Dagli anni della "Galleria della Cometa" al Dopoguerra