Giovanni Fattori

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Livorno, 1825 - Firenze, 1908
Giovanni Fattori, figlio di un artigiano, studiò a Livorno con il modesto pittore Bandini, e a Firenze (dal 1846) con Bezzuoli; in seguito, frequentando il Caffè Michelangelo, si unì al gruppo artistico culturale dei macchiaioli, dei quali divenne il rappresentante più autorevole. Lasciò Firenze solo per brevi viaggi: oltre che a Parigi, dove conobbe Manet (1875), fu a Londra, Dresda e Filadelfia. Esordì con una pittura storica  
a soggetto romanzesco (ancora esemplificabile da un quadro elaborato tra il 1858 el il 1861 Maria Stuarda al campo di Crookstone, Firenze, Gall. d'Arte Mod.); ma presto cominiciò a ritrarre dal vero scene di vita militare, e con Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1861, Firenze, Gall. d'Arte Mod.) approdò a una pittura felicemente naturalistica, che avrebbe poi sviluppato nel senso di una sempre maggiore sobrietà e solidità. Il grande quadro rappresentò il manifesto della pittura di storia risorgimentale, che Fattori seppe, tra i pochi, praticare ancora con aderenza alla realtà e senza alcuna concessione alla retorica celebrativa. In seguito l'artista abbandonò gradatamente il chiaroscuro romantico per un contrasto a macchia di luce-colore di grande nettezza; e venne sempre più costruendo i propri quadri per zone cromatiche di un peso quasi astratto. Talvolta sfruttò anche le qualità del supporto (tavola o cartone) per creare effetti suggestivi, lasciandone trasparire le venature o la grana. Eseguì inoltre numerosi ritratti, di grande evidenza plastica. Temi ricorrenti e costanti in tutta l'opera di Fattori sono i paesaggi, la gente della Maremma (I butteri, 1893, Livorno, Mus. Fattoriano) e la vita militare (vista, spesso, con crudo e amaro realismo. L'adesione al realismo unifica tutte le sue fasi: lo stesso Fattori affermò che l'arte deve trarre ispirazione dalle manifestazioni della natura e dall'impegno sociale. Fattori va ricordato anche come acquarellista (La diligenza, 1880 ca) e acquafortista: i cieli graffiati, i contrasti bianco-nero, la semplificazione formale fanno delle sue incisioni veri gioielli di stile.