Carlo Levi. La realtà e lo specchio

a cura di Fondazione Carlo Levi
testi critici di Daniela Fonti, Fabio Benzi e Antonella Lavorgna

La Galleria Russo di Roma ospita la mostra antologica di Carlo Levi, a cura della Fondazione Carlo
Levi che, per esplicita volontà dell’artista, promuove dal 1976 gli studi intorno all’opera
complessiva del pittore, scrittore e pensatore tra i più influenti e acuti del nostro Novecento.
Quest’ampia retrospettiva, organizzata in concerto con la Fondazione Levi nell’imminenza del
quarantennale della morte dell’artista e dopo più di vent’anni dalla sua ultima mostra romana a
Palazzo Venezia, rafforza il lungo sodalizio che Carlo Levi ebbe in passato con la famiglia Russo.
Il percorso della mostra si concentra sulla storia pittorica del maestro e – come spiega Daniela
Fonti, Presidente della Fondazione Levi: “privilegia alcuni momenti meno noti della produzione
leviana. Si apre con un nucleo di dipinti eseguiti entro il terzo decennio del novecento, nei quali la
tensione metafisica di ascendenza casoratiana, si colora di un soffuso lirismo temperato da
evidente tensione morale (…). A partire dai primi anni Trenta la pittura di Levi comincia a
caratterizzarsi, al contrario dei dettami di regime, per una “pennellata ondosa” che riflette la
tensione espressiva e sfalda i contorni delle figure annullando i dettagli ambientali. Infine i dipinti
degli anni Quaranta, attraversati dalla lotta clandestina e dalla guerra, e caratterizzati, nei tesi
ritratti come nelle plumbee nature morte, da una rinnovata tensione morale che si allenta nei
decenni successivi per approdare ad un più rilassato rapporto con la natura e con la storia.”
Più di settanta le opere in mostra – fra cui cinque inediti (Madre che cuce 1929, Autoritratto seduto
1934, Nudo femminile 1934, Nudo femminile accovacciato 1937, Paesaggio con mucca 1960) – che
raccontano le più importanti tematiche affrontate da Levi nella sua vasta produzione pittorica
riflettendo nei ritratti così come negli autoritratti, nei nudi così come nei paesaggi, lo spirito di
quegli anni e la fitta rete di amori, relazioni e amicizie, che l’antifascista Levi – una delle voci più
alte del contesto italiano della prima metà del Novecento, come sottolinea Fabio Benzi nel testo
critico in catalogo – intratteneva con la diaspora internazionale.

Carlo Levi. La realtà e lo specchio