Per la personale Piero Zuccaro. Barlumi di materia, curata da Alberto Dambruoso, l’artista siciliano
propone venti opere realizzate ad olio su tela di grandi e medie dimensioni e dieci pastelli.
Nelle opere di Piero Zuccaro troviamo un unico “filo disegnato” che si snoda come un gesto dove,
sia il segno che il cromatismo, risultano quasi una scrittura sconosciuta non dissimile ai segni di
una lingua remota: è il linguaggio della natura coi suoi quattro elementi che torna a parlarci.
Le sue opere sono il risultato di un composto di ritorno alla pittura che sino a pochi anni prima
sembrava caduto in disuso: “Una pittura che potremmo definire di marca fondamentalmente
astratta anche se le eco di una ispirazione naturalistica si possono evincere già dai titoli delle
opere che ci parlano sostanzialmente dei quattro elementi di cui si compone il nostro pianeta:
acqua, aria, terra, fuoco. Sono queste ultime per lo più delle dimensioni evocate ma mai dichiarate
esplicitamente. In altri termini alludono a qualcosa di concreto ma non rappresentano tout court il
fine ultimo della sua indagine” (A. Dambruoso).
Piero Zuccaro in questi lavori ha assimilato sia la lezione dell’arte Informale sia dei maestri quali
Ennio Morlotti e Attilio Forgioli per l’uso della materia fatta di grumi e di colature. Ritornano
inoltre alla mente le materie di Alberto Burri dove la tela diventava un gioco dove “le materie sono
colori, le si può accordare e orchestrare nell’ombra e nella luce. I colori sono materie, pigmenti
caratterizzati, come ogni altra materia, da uno spessore (da una “quantità”) e da una forte
individualità. La forma è forma della materia come del colore”. Il colore denso e materico, che così
tanta parte ha avuto nell’ultima produzione di Zuccaro, è l’esperienza finale della sua visione, del
saper vedere oltre lo spazio fisico fatto di materia fuso con la memoria storica.
