L’esposizione è articolata in due sedi distinte: la parte più cospicua è ospitata nelle otto sale del Casino dei Principi mentre una sezione dedicata alla scenografia e una “galleria” di sculture” concludono la mostra nella sede del Casino Nobile. Si aggiunga, quale integrazione ideale alla visita la collezione permanente di vetrate liberty e déco ospitata nella splendida Casina delle Civette. Nel Casino dei Principi una sequenza di sale tematiche impagina un serrato racconto costituito da circa 230 opere, all’interno del quale si ricomprendono sei decenni d’intenso lavoro. Dopo l’avvio che lo vede abile incisore e cesellatore nell’inquieto mondo degli artisti decoratori di fine secolo, Cambellotti si misura con il tema della modernità, di cui è palcoscenico la città contemporanea, progettando per le industrie artistiche nazionali e straniere e disegnando per esposizioni, banche e teatri splendide affiche pubblicitarie (Progetto per palo – sostegno, 1896 ca.; Manifesto per l’Esposizione Nazionale di Torino del 1898, 1897), non mancando tuttavia d’interrogarsi sui cambiamenti sociali che il progresso aveva introdotto nella vita degli uomini (La falsa civiltà, 1905). La brillante società borghese della capitale – allora emergente – che si riflette nelle sinuose e avvolgenti forme del Liberty, si colloca agli antipodi di quel mondo ancestrale che nel primo decennio l’artista va scoprendo nella Campagna Romana, già ritratta poeticamente dagli artisti eredi di Nino Costa, ma che malaria e miseria sembravano aver chiuso in un sigillo di eternità senza tempo (Campagna arata, 1912).