Tommaso Ottieri. Cosmologie urbane
Ultima della lunga serie di occasioni espositive – in spazi istituzionali o privati, in Italia e all’estero – che dall’inizio degli anni 2000 hanno contribuito a consolidare il successo dell’artista la mostra Tommaso Ottieri. Cosmologie urbane, curata da Gabriele Simongini, segna l’ulteriore punto di arrivo della carriera di un pittore dalla cifra stilistica e iconografica semplicemente inconfondibile.
Roma, Praga, Oporto, Napoli, Versailles: la poetica di Ottieri si muove fra le città d’Europa e i sontuosi teatri ricchi di velluti e stucchi dorati, visioni dallo spirito autenticamente barocco concepite da un artista “Profondamente napoletano ma altrettanto intensamente cosmopolita” come lo definisce Simongini. Per approdare all’essenza nascosta dietro all’apparenza del reale Ottieri non sceglie la strada del minimalismo: “Mi interessa testimoniare l’effetto stupefacente di certe atmosfere architettoniche. Cerco di far sembrare maestoso quello che dipingo, enorme ed avvolgente”. Tentativi che, quando la composizione è accesa da quelle torrenziali colate di luce di cui ha fatto il suo marchio di fabbrica, centrano l’obiettivo allineando, quanto a sontuosa spettacolarità, la sua pittura dalla tecnica antica ai più audaci e tecnologici esperimenti di light art che gli anni Venti del nuovo millennio ci stanno regalando.